domenica 28 febbraio 2010

Arrestateli tutti

(nella foto il viso tipico di uno stupratore seriale)

meriterebbe già il carcere per aver partecipato ad "amici"

Lo meriterebbero anche i suoi genitori per avergli dato un nome così idiota.

sabato 27 febbraio 2010

A Beatiful Mind

(nella foto la dimostrazione del teorema di Nash)

Il primo é un film abbastanza noto tra noi economisti da oratorio, a beatiful mind, ovvero la biografia di john nash. La sua vita sarebbe di per se abbastanza interessante quindi il film é di una noia mortale.
Non riesco a comprendere come abbiano fatto a girare un film cosi’ noioso sulla vita di un pazzo schizofrenico che si inventava complotti mondiali e vedeva persone inesistenti. La parte più coinvolgente é stata quando nella pubblicità hanno dato il meteo.
Pioverà anche domani.
Non ho cambiato canale solo perché volevo sapere come la fine.
Delle previsioni.
La pellicola in questione non é da buttare comunque, alcuni aspetti si salvano più che dignitosamente buona l’interpretazione del gladiatore Russel Crowe nel ruolo di Forrest Gump e del Professor Squintani nel ruolo di: tizio che si vanta di conoscere Nash.

lunedì 22 febbraio 2010

Zodiac (fincher)

(nella foto 2 giornalisti che compilano scartoffie, come accade nei 3/4 del film.)


Alcuni film sono capolavori, altri solo lavori che passano più o meno velocemente.
Zodiac passa abbastanza in fretta, soprattutto se ti addormenti.
È un film incredibilmente lungo e a tratti soporifero, a meno che non foste interessati a ciò che accade negli uffici di polizia o nelle redazioni dei giornali.
Ben due ore e mezza di film tratto dalla storia (vera) di un serial killer americano degli anni 70 di cui il caso a oggi è ancora irrisolto.
Quindi dopo quasi 3 interminabili ore di film non si sa ancora nulla.
Oltre il danno anche la beffa.
Il film si incentra più che sull’assassino sulle persone che seguono l’assassino, quindi polizia e giornalisti. La storia è anche abbastanza interessante di per sé, ma manca di suspence e di un finale ovviamente, la mancanza di suspence porta lo spettatore al sonno, mentre quella di un finale porta solo frustrazione.
Nel complesso non è male come film, è sempre David Fincher alla fine, però qualcosa stavolta è andato storto, troppo lungo, troppi nomi da ricordare per seguire bene la trama, troppo lento lo svolgimento.
Voto 6-

domenica 21 febbraio 2010

Avatar

Avatar è la prova di quanto il marketing abbia un effetto sconvolgente sulle menti più deboli.

Ovvero: bombardiamo di pubblicità, sia in televisione, sia in internet, sia alla radio, sia sulla stampa specializzata e non, e sono sicuro che il film sarà additato come capolavoro e la gente andrà a vederlo più e più volte. Conosco un tizio che l’ha visto quattro, dico ben quattro volte! Mettiamoci una media di 10 euro a volte tra biglietto, pop corn e benzina et voilà 40 euro ben buttati nel cesso.

Dal punto di vista grafico non c’è assolutamente nulla da dire, è veramente bello, belli i colori, belli gli animali, verosimili i robot, belli quei cazzo di alieni blu. Bello insomma. Quello che fa sinceramente cagare è la storia. È di una banalità disarmante. Appena appoggiato il culo sulla poltroncina sai già come il film inizierà, come si svilupperà e come finirà. Tutte le previsioni che avevo fatto alla fine del primo tempo si sono magicamente avverate, a parte una, credevo si accoppiassero unendo le prese elettriche che hanno nei capelli, va beh.
La storia parla di un ex marine dal cuore d’oro, ( un ex marine, ne sentivamo davvero la mancanza), che viene mandato in un mondo nuovo ad esplorare, su questo pianeta sconosciuto ci sono grandi giacimenti di una fonte di energia molto importante per l’economia terrestre. Per uscire dalla base gli umani devono usare degli avatar fatti a forma e somiglianza degli alieni indigeni locali. Ovviamente lui si perde e viene salvato da un’aliene della quele si innamora, e salverà il pianeta scacciando gli umani avidi e cattivi. Questa storia cambiando un attimino i nomi e le fattezze dei personaggi l’abbiamo già vista 15 anni fa, quando avatar è stato pensato, e si chiamava Pochaontas. La differenza sta nel fatto che qua sono nello spazio e che pochaontas non era blu.



San Remo è un paradosso.

La televisione è finzione. Tutta. Anche i reality sono finzione, il grande fratello è manovrato da dietro le quinte ad esempio, per non parlare dell’isola dei famosi o delle altre stronzate che ci propinano.
Anche forum è finto e le cause sono inventate ma qua c’è almeno un’utilità, attraverso la finzione si danno dei consigli su come comportarci in casi simili.
La finzione non è necessariamente un male quindi.
In una gara, canora in questo caso, ci aspetteremmo invece la realtà, illudendoci.
SanRemo è visibilmente pilotato e probabilmente il nome del vincitore si sapeva ancor prima di cominciare.
Però è successa una cosa interessante: ovvero l’orchestra ha strappato gli spartiti per protestare con la decisione di far arrivare alla finale il trio pupo, emanuele filiberto e l’altro tizio, e il pubblico fischiava e gridava vergogna.
È stata chiaramente una messa in scena, si vede chiaramente, con una rivoluzione del genere la Clerici non poteva continuare imperterrita senza un minimo di imbarazzo.
La falsità di questa cosa però si imbatte con il desiderio di giustizia di tutti, L’orchestra ora non è più composta da abili musicisti ma da eroi. Ovvero la finzione dice la verità! Una scena palesemente recitata rispecchia di più la realtà di una gara che vogliono farci passare per corretta.
Grazie San Remo.

Per il resto non c’è molto da dire, la canzoni facevano tutte abbastanza cagare, artisti non ce n’erano.
Vince Scanu, alla domanda: “chi cazzo è?” si risponde uno della scuderia De Filippi che proviene da Amici, come Marco Carta che ha vinto l’anno scorso. La moglie di Costanzo, che tra l’altro aveva un ruolo piuttosto importante nel festival, sta monopolizzando la Rai. Niente di troppo sorprendente.
Secondi Pupo, detto anche: ho perso mia moglie al poker, Emanuele Filiberto, soprannominato mio padre va a troie, e un altro tizio. Con un pezzo chiamato “Itaglia Amore mio”, tragicomico già dal titolo, riescono a battere tutte le teorie sulla credibilità che un artista dovrebbe avere, e a sconfiggere chi ancora si ostina a guardare il festival.
Gli altri invece se ne escono da una porta secondaria in tutta la loro mediocrità.
Chi un poco emerge è Cristicchi. “Sarko no, Sarkozi” rimarrà nella mia testa come uno dei versi più brutti di sempre. C’è anche Irene Fornaciari, più brutta e inutile che raccomandata.

Gli altri sinceramente non me li ricordo.

Dichiarazione di intenti

-Quale crede sia il suo maggior pregio?-
-La sincerità.-
-E il suo maggior difetto?-
-La sincerità.-
-Qual'è la sua più grande aspirazione?-
-La sincerità.-
-è un giovanotto sveglio vedo, allora mi dica qual'è il reddito annuo della sua famiglia?-
-La sincerità?-